EticOAtelier via dei Musei 31 Brescia
25 novembre 2010 ore 18.00
     
    
| Condannare e schierarsi dalla parte di una cultura che non   tollera la violenza sono i passi fondamentali per affrontarla.  | 
| Ancora oggi persistono pregiudizi che vedono la donna   affettivamente dipendente e subordinata alla figura maschile.   L'incontro/scontro tra culture diverse e la conseguente difficoltà di   interazione complica ulteriormente le cose. Altri luoghi comuni impongono   alla donna il compito di curare "relazioni" come se non avesse   desideri o bisogni diversi. Inoltre, la sindrome deformante “della madonna da   marciapiede” (la visione della donna che spazia da santa a prostituta senza   vie di mezzo), porta a considerarla uno stereotipo. Senza parlare dei danni   provocati dalla televisione e dalla pubblicità che la propongono come bambola   o manichino! Senza dubbio la donna occidentale è ancora prigioniera di questi   condizionamenti a causa dei quali accetta relazioni non equilibrate che   lasciano via libera a rapporti basati sul potere e sulla violenza. Inoltre, i   media ci confondono le idee, non ponendo limiti chiari a quelle ambiguità che   "tollerano" la violenza: nel loro spazio mediatico si creano le   condizioni che fanno sopravvivere i maltrattamenti e mettono a tacere le   naturali capacità di reazione e di opposizione, caratteristiche di   sopravvivenza proprie anche del generare, sinonimo di femminilità. Troppo   frequentemente la donna, indotta a considerarsi inadeguata e incapace di   agire, rinuncia a denunciare i danni subiti e a rivendicare i suoi diritti.   Purtroppo, i fatti dimostrano che nessuna cultura, paese o ambiente sono   immuni alla violenza. Nel corso del tempo, la ripartizione dei ruoli e l’uso   della forza ha determinato lo sterminio di importanti società matriarcali.   Ogni cultura ancora esistente ha dovuto fare i conti con ciò che la sua   storia ha tramandato: ad esempio, ancora oggi il comportamento aggressivo,   impulsivo e violento viene più facilmente perdonato al maschio, perché   considerato innato. Certamente uno dei più importanti fattori di prevenzione   e di protezione contro la violenza sulle donne è rappresentato dalla   sensibilizzazione socio-culturale. In questo senso, l’avvento della nuova   psichiatria e lo sviluppo della moderna psicologia hanno contribuito non poco   al tentativo di migliorare il rapporto con sé stessi e con il mondo   circostante. Un’attenzione maggiore è attribuita alle relazioni nei rapporti   umani. La necessità di imparare a comunicare attraverso la parola, lo sguardo   e il corpo sono un grande passo verso la nascita di un essere umano piu   "civile" che dimostri di aver accettato i suoi limiti, che dia una   possibilità alla critica e dunque alla crescita. Ecco che, in quel risanarsi   della persona attraverso una comunicazione piu autentica, la donna ma   soprattutto la donna creativa -ha un posto primordiale. Poichè la sua   creatività è più legata alla natura stessa delle cose e allo scorrere della   vita, l'arte diventerà il mezzo per eccellenza per rilevare le risorse   specifiche del mondo femminile. La mostra d’arte contemporanea (S)oggetti   contundenti, completa di documentazione e di una pubblicazione, oltre a   far riflettere su cosa sia un (S)oggetto contundente, incita a reagire alla   violenza con l’arma della denuncia e della richiesta di aiuto. Inoltre, il   dialogo, il confronto, lo scambio franco e sincero intrecciato fra tutte le   partecipanti durante la costruzione della mostra e la stesura del libro ha   dimostrato che l’unione e la solidarietà sono un mezzo per difendersi dai   (S)oggetti contundenti. L'intervento di ogni artista, che ha affrontato una   sfaccettatura diversa della violenza, offre con l'immagine e la parola   soluzioni e mezzi per debellarla. Queste percezioni e tentativi di   elaborazione, che illustrano l’integrità e la complessità del genere   femminile, sono rivisti con attenzione e sensibilità molto acute, passando in   rassegna alcuni dei linguaggi più contemporanei delle arti. Pittrice,   scultrice, fotografa, scrittrice, poetessa… la donna creativa è in prima   linea su tutti i fronti e ci restituisce emozioni in modo intenso, a volte   pervase di rabbia e mosse dal vissuto, altre volte ponendoci domande,   mostandoci i meccanismi del suo pensiero con la volontà di rendere   comprensibili i suoi percorsi creativi. La loro rielaborazione attraverso la   creazione artistica viene allora ad opporsi a questi rimasugli di   condizionamenti sociali già superati e diventa uno strumento per annientarli   e per impedire l'insorgere di altri nuovi. Tania Lorandi | 
 
