martedì 13 settembre 2011

(S)oggetti contundenti: Denunciare i moventi della violenza sulle donne. "Il Dentro" installazione


















EticOAtelier via dei Musei 31 Brescia
25 novembre 2010 ore 18.00


Condannare e schierarsi dalla parte di una cultura che non tollera la violenza sono i passi fondamentali per affrontarla. 

Ancora oggi persistono pregiudizi che vedono la donna affettivamente dipendente e subordinata alla figura maschile. L'incontro/scontro tra culture diverse e la conseguente difficoltà di interazione complica ulteriormente le cose. Altri luoghi comuni impongono alla donna il compito di curare "relazioni" come se non avesse desideri o bisogni diversi. Inoltre, la sindrome deformante “della madonna da marciapiede” (la visione della donna che spazia da santa a prostituta senza vie di mezzo), porta a considerarla uno stereotipo. Senza parlare dei danni provocati dalla televisione e dalla pubblicità che la propongono come bambola o manichino! Senza dubbio la donna occidentale è ancora prigioniera di questi condizionamenti a causa dei quali accetta relazioni non equilibrate che lasciano via libera a rapporti basati sul potere e sulla violenza. Inoltre, i media ci confondono le idee, non ponendo limiti chiari a quelle ambiguità che "tollerano" la violenza: nel loro spazio mediatico si creano le condizioni che fanno sopravvivere i maltrattamenti e mettono a tacere le naturali capacità di reazione e di opposizione, caratteristiche di sopravvivenza proprie anche del generare, sinonimo di femminilità. Troppo frequentemente la donna, indotta a considerarsi inadeguata e incapace di agire, rinuncia a denunciare i danni subiti e a rivendicare i suoi diritti. Purtroppo, i fatti dimostrano che nessuna cultura, paese o ambiente sono immuni alla violenza. Nel corso del tempo, la ripartizione dei ruoli e l’uso della forza ha determinato lo sterminio di importanti società matriarcali. Ogni cultura ancora esistente ha dovuto fare i conti con ciò che la sua storia ha tramandato: ad esempio, ancora oggi il comportamento aggressivo, impulsivo e violento viene più facilmente perdonato al maschio, perché considerato innato. Certamente uno dei più importanti fattori di prevenzione e di protezione contro la violenza sulle donne è rappresentato dalla sensibilizzazione socio-culturale. In questo senso, l’avvento della nuova psichiatria e lo sviluppo della moderna psicologia hanno contribuito non poco al tentativo di migliorare il rapporto con sé stessi e con il mondo circostante. Un’attenzione maggiore è attribuita alle relazioni nei rapporti umani. La necessità di imparare a comunicare attraverso la parola, lo sguardo e il corpo sono un grande passo verso la nascita di un essere umano piu "civile" che dimostri di aver accettato i suoi limiti, che dia una possibilità alla critica e dunque alla crescita. Ecco che, in quel risanarsi della persona attraverso una comunicazione piu autentica, la donna ­ma soprattutto la donna creativa -ha un posto primordiale. Poichè la sua creatività è più legata alla natura stessa delle cose e allo scorrere della vita, l'arte diventerà il mezzo per eccellenza per rilevare le risorse specifiche del mondo femminile. La mostra d’arte contemporanea (S)oggetti contundenti, completa di documentazione e di una pubblicazione, oltre a far riflettere su cosa sia un (S)oggetto contundente, incita a reagire alla violenza con l’arma della denuncia e della richiesta di aiuto. Inoltre, il dialogo, il confronto, lo scambio franco e sincero intrecciato fra tutte le partecipanti durante la costruzione della mostra e la stesura del libro ha dimostrato che l’unione e la solidarietà sono un mezzo per difendersi dai (S)oggetti contundenti. L'intervento di ogni artista, che ha affrontato una sfaccettatura diversa della violenza, offre con l'immagine e la parola soluzioni e mezzi per debellarla. Queste percezioni e tentativi di elaborazione, che illustrano l’integrità e la complessità del genere femminile, sono rivisti con attenzione e sensibilità molto acute, passando in rassegna alcuni dei linguaggi più contemporanei delle arti. Pittrice, scultrice, fotografa, scrittrice, poetessa… la donna creativa è in prima linea su tutti i fronti e ci restituisce emozioni in modo intenso, a volte pervase di rabbia e mosse dal vissuto, altre volte ponendoci domande, mostandoci i meccanismi del suo pensiero con la volontà di rendere comprensibili i suoi percorsi creativi. La loro rielaborazione attraverso la creazione artistica viene allora ad opporsi a questi rimasugli di condizionamenti sociali già superati e diventa uno strumento per annientarli e per impedire l'insorgere di altri nuovi.


Tania Lorandi
 

domenica 26 settembre 2010

"Festival Infusione" 7 agosto 2010






Rocca dei Valenti, Selva Grossa (Parma)
7 luglio 2010 ore 18.30


Il Festival InFusione 2010
si conferma un viaggio nell’arte costituito da un percorso
di opere poste nella natura dell’appennino parmense.
InFusione è il Movimento Artistico dal quale nasce il Festival omonimo: esso si
basa sull’interazione di musica, installazioni, poesia, fotografia, performance,
architettura, canto e video. Queste varie forme artistiche vengono unite per creare
un tracciato tra arte e psicologia, che propone la partecipazione attiva dello
spettatore.
La terza edizione del Festival InFusione propone una nuova interpretazione della
materia e dell’immateriale, creando le condizioni per una percezione diversa del
flusso temporale. Il ritmo scandito all’interno dell’Happenning concretizza opere
diverse che costituiscono un percorso sospeso e leggerissimo, in una realtà piena
di scoperte e nuove sensazioni: l’ascolto, il movimento, l’osservazione, la parteci-
pazione attiva dell’osservatore tramite un’interazione sonora danno levità
all’evento costituendo un momento artistico e di partecipazione mentale tra i
presenti.
Quest’anno ad arricchire il percorso vi è Andrea Olivi, sassofonista di Reggio
Emilia.

giovedì 15 aprile 2010

"Il Cimitero della Memoria" maggio 2010









Tenuta Dello Scomiglio - Vorno (LU)
Sabato 29 - domenica 30 maggio 2010


Compagnia Dello Scompiglio
Riflessi in bianco e nero

itinerario performatico in 4 tappe

all’uccelliera: L’Attesa
;

al frassino: La Perdita;

alla vigna abbandonata: Il Cimitero della Memoria (mostra collettiva);
Clara Conci, Davide Orlandi Dormino, Silvia Giambrone,
Pablo Rubio, Chiara Scarfò, Gian Maria Tosatti, Enrico Vezzi,
Emiliano Zelada, Claudia Zicari
a cura di Angel Moya Garcia con Cecilia Bertoni


allo stagno: Il Funerale del Tempo.

"OPEN.LAB3" dicembre 2009








.LAB via Toscanella 18 Firenze
11 dicembre 2009, ore 18.00

OP: Riflettiamo su cosa vogliamo da questa serata!
GEM: Niente sarà definito, invitiamo le persone a godere di un’ esperienza. Invitiamole a condividere. Sarà un processo in divenire!
IK: Condivisione? troviamo un’altra parola
GEM: Mi pare che questa parola esprima a pieno lo spirito che scatena l’evento
IK: Con-divisione presuppone il concetto di dividere. Non solo: dividere in piccole parti, spartire,
GEM: Ma condivisione è prima di tutto mettere in comune qualcosa. Se si condivide un pensiero esso non diventa più piccolo, no?
Come persone dovrebbero mettersi in relazione?
E se giochiamo?
OP: Giusto! Nel gioco ci si perde, il gioco libera la mente e scatena nuove idee.
CC: E scatena anche diverse impressioni...
Pensavo all’individuo in questo luogo e tempo specifico. La mia prima idea è di dividere lo spazio senza dividerlo…
IK: Unire le persone senza unirle.
CC: Si, tutto accade se applichi l’attenzione. Pensavo al concetto della trama e dell’ordito… In uno spazio vuoto.
Giochiamo con il pubblico invece di dare qualcosa di già dato!
GEM: Giusto, ma allora cosa faremo? Azioni?
CC: Azioni fatte da altri...
OP: ...insieme.
OP: Le azioni portano a qualche risultato. Vogliamo un risultato? Vediamo cosa succede... invitiamo le persone a stare insieme e comunicare…nulla è programmato, tutto accade.

I giocatori credono di simulare ma il gioco è reale.
GEM: Frena, i giocatori non pensano di simulare, giocano e basta, si lasciano trasportare. Si trovano a essere “giocati dal gioco”.
Si, i nostri giochi hanno delle regole, come in un copione. Ci sarà qualcuno che le vorrà infrangere?
IK: Il gioco è in evoluzione.
GEM: Il tempo del gioco è quello che scorre al momento.

OP: Ma che differenza c’ è tra pubblico e artisti?
IK: Tu che ruolo giochi?
...
Io il pubblico!
GEM: Io faccio il muro
GEM: Chi vuole fare il tavolo?
IK: Il tavolo non c’è…..
CC: Appunto!
IK: Ah già

giovedì 26 novembre 2009

"OPEN.LAB2" ottobre 2009



.LAB via Toscanella 18 Firenze
7 ottobre 2009
, ore 18.00

C’era una volta in un paese molto lontano un castello abitato da tre giovani principi e sette principesse. Conducevano una vita piena di impegni, tanto lavoro e moltissimi sogni. Giorno per giorno ne realizzavano alcuni… In un’afosa giornata vennero a trovarli due amici: il Dubbio e la Riflessione, che cercavano il loro compagno Non So Che Cosa. Tutti sapevano che era grande e bello, vestiva abiti ricchi e curati. Ma il Dubbio avvertì che non era facilmente riconoscibile. Ognuno era convinto di averlo incontrato almeno una volta nella vita. La Riflessione raccontò che non aveva mai lo stesso aspetto. I giovani parlarono a lungo e s’avventurarono in un lontano viaggio alla ricerca di Non So Che Cosa. Dove poteva abitare? Andarono alla scoperta delle origini, chiamarono ad aiutarli la Memoria. Essendo vecchia e saggia gli suggerì di fare attenzione al Vento dei Cambiamenti che sempre seguiva Non So Che Cosa. Per catturarli i nostri eroi dovevano riposare, il giorno dopo con nuove forze avrebbero intrapreso il lungo viaggio. La Memoria si è offerta di accompagnarli e con sé portò validi e valorosi amici: il Gioco, lo Stupore e la Conoscenza. E camminarono per mari e monti, andarono molto molto lontano. Qualche volta incontravano signori vestiti di abiti ricchi e curati, ma non si lasciavano ingannare dall’aspetto. I tre amici: il Gioco, lo Stupore e la Conoscenza gli spingevano avanti. Un giorno si fermarono a riposare in un luogo molto bello e mentre parlavano si avvicinò un piccolo bambino dall’aspetto semplice. La discussione era fortemente animata, ma la Memoria non dormiva, sentiva il Vento dei Cambiamenti. Il Gioco attrasse il bambino, lo Stupore lo distrasse mentre la Conoscenza indicava… Ecco Non So Che Cosa!

Se ti vuoi unire al cerchio dei dieci a fare amicizia con Non So Che Cosa vieni alle 18:00, il mercoledì 7 ottobre 2009, al .Lab, via Toscanella 18, Firenze.

.LAB nasce nel febbraio duemilanove dalla comunione di un gruppo di giovani artisti che intendono condividere le proprie idee, progetti e visioni riguardo l’arte contemporanea; in tale occasione .Lab propone un nuovo percorso tematico dettato dall’esperienza della memoria, il secondo appuntamento Open.

Lo spazio collettivo assume caratteristiche diverse grazie ad una attenta riflessione sulle sensazioni e sugli spazi legati alla memoria comune. All’esperienza partecipano i cinque sensi dello spettatore. Inoltre interventi dei singoli artisti dialogano tra loro per creare opere site-specific. La memoria li ha portati nelle strade lontane, ha aperto porte invisibili o forse nascoste sotto gli strati di polvere. Pur esplorando percorsi diversi gli amici si incontrano di nuovo sul cammino della memoria, così simile e così distante.
Ilaria Biotti (Cannero, Italy) Valentina Colella (Sulmona, Italy) Clara Conci (Bolzano, Italy) Matteo Grassetti (Segrate, Italy) Yuki Ichihashi (Osaka, Japan) Irina Kholodnaya (Voronezh, Russia) Gerardo Ernesto Moràn (San Salvador, El Salvador) Olga Pavlenko (Kherson, Ucraina) Ettore Pinelli (Modica, Italy) Sara Poggianti (Certaldo, Italy)

"casa" agosto-settembre 2009






"Guarda" agosto 2009